Descrizione

La poetica di Marco Tagliafico si fonda su una tensione costante verso l’orizzonte, inteso non come punto di arrivo ma come simbolo di significato e possibilità. Le sue opere, a metà tra pittura e fotografia, indagano il rapporto tra immagine e scomparsa, presenza e assenza, con un approccio sperimentale in cui la tecnica diventa parte integrante del contenuto.
Nella serie Aria di vetro, vetro dipinto e carta fotosensibile al bromuro d’argento interagiscono in modo imprevedibile: l’immagine sopravvive solo nei frammenti non coperti, evocando un senso di discontinuità e memoria visiva parziale.
In Rivolgersi al cielo, Tagliafico utilizza tecniche derivate dalla cianotipia per affrontare il tema dell’incertezza e della vulnerabilità umana. I materiali reagiscono alla luce e al tempo, trasformandosi continuamente, mentre titoli e superfici suggeriscono una dimensione spirituale e riflessiva.
Nella serie Corpi celesti la materia stessa si fa instabile: le opere cambiano aspetto sotto l’azione del sole, della pioggia e del vento, ponendo lo spettatore di fronte all’imprevedibilità dell’esistenza.
La pratica artistica di Tagliafico diventa così una riflessione aperta sull’instabilità della visione, sull’incompletezza della percezione e sul desiderio, sempre umano, di afferrare ciò che sfugge.